L’ansia, quello stato di agitazione e di forte apprensione, dovuto a timore, incertezza, attesa di qualcosa, è una delle situazioni che maggiormente invadono, in modo spiacevole, la vita degli esseri umani. L’inflazione che tale termine ha subito negli ultimi decenni ha portato a considerarla parte integrante e normale della vita, con il risultato di banalizzarla e non darle il giusto peso e valore.
CARATTERISTICHE DEL FENOMENO
Molti sono i segni ed i sintomi psicofisici che caratterizzano lo stato ansioso: contratture muscolari, tendenza a serrare i denti, sia di notte che di giorno; voce tremante, tachicardia e palpitazioni; dolori al centro del torace, difficoltà a respirare e deglutire; preoccupazione costante e ricorrente, ingiustificata e per motivi futili; pessimismo, irritabilità ed incapacità a rilassarsi; ipersensibilità agli stimoli con facilità al pianto; fobie specifiche; insonnia con difficoltà ad addormentarsi e sonno interrotto da incubi; problemi di concentrazione e ridotta capacità di memorizzazione. Gli specialisti del settore tengono a sottolineare come gran parte dei sintomi elencati debbano convivere in maniera significativa per sei mesi e persistere durante tutto l’arco della giornata.
Tuttavia, l’esperienza personale ci porta ad evidenziare come tale condizione, ufficialmente chiamata disturbo da ansia generalizzata, sia un’esperienza dolorosa ed invalidante nel momento in cui colpisce, anche solo per qualche settimana!
COSA NON DIRE MAI
Le cose da non dire ad una persona colpita da forte ansia? <<Vedrai che com’è venuta ti passerà!>>. Se è comparsa un motivo generalmente esiste, solo che lo stato di allagamento emotivo non fa vedere con chiarezza la situazione, tutto ruota intorno al caos e alla confusione. << Forza e coraggio! Reagisci sempre così e poi va tutto bene, perché questa volta deve andare male? >>. Se la persona ci riuscisse a tirar fuori “forza e coraggio” lo farebbe già da sola, senza troppe preghiere da parte di familiari, partner ed amici. Ben vengano le pacche sulle spalle e gli abbracci, ma il << Non è niente, non ci pensare! E’ successo un po’ a tutti, anche a me!>>, suonano come pugnalate per la persona colpita da un forte stato ansioso. Minimizzare e spronare con frasi e gesti, nonostante la buona fede che porta le persone a dire ciò, fanno sentire ancora di più incompresi, con la successiva etichetta di inadeguatezza personale che ne consegue alla propria autostima.
RUOLO ADATTIVO DELL’ANSIA
L’ansia, come la paura, non sono necessariamente elementi negativi per l’uomo, ma, al contrario, possono avere un ruolo adattivo. Una buona dose di ansia ci aiuta ad individuare minacce future e a premunirci contro di esse. Come diversi studi scientifici hanno sottolineato, un giusto grado di ansia permette di avere performance migliori rispetto a quando siamo in uno stato di tranquillità.
ISTRUZIONE PER L’USO PER CHI SUPERA I LIMITI TOLLERABILI
Cosa fare quando i livelli aumentano esponenzialmente ed invalidano la nostra quotidianità? Innanzitutto cercare di avere ritmi di vita regolari, alimentandosi in modo sano. Praticare attività fisica in maniera moderata, ma appagante: è fondamentale fare ciò che ci piace realmente! Ritagliarsi piccole pause per rilassarsi durante la giornata, evitando stress lavorativi eccessivi. Se i livelli di ansia toccano apici significativi, non aver paura di contattare un medico ed intraprendere una cura farmacologica per ripristinare uno stato di tranquillità. Ultimo, ma non per importanza, circondarsi di persone che sappiano metterci a nostro agio, ascoltandoci in maniera empatica ed accogliente.
Una buona idea potrebbe essere non solo la psicoterapia individuale, ma anche quella di gruppo, in maniera tale da affrontare “quella specie di ovo sodo che non va né in su né in giù, ma che ci fa compagnia come un vecchio amico”, prendendo in prestito le parole di Piero nel film di Virzì, ma del quale vorremmo benissimo fare a meno nel momento in cui diviene ingombrante ed invalidante per la nostra vita.
Dott.ssa Francesca D’Amico