Alcuni uomini ritengono di avere il pene diverso dalla norma. Idea, spesso immotivata, che causa ansie e timori. La convinzione di avere un pene troppo piccolo o troppo grande, curvo o con anomalie legate a glande o prepuzio, ha un nome scientifico: dismorfofobia peniena.
La Penile Dysmorphic Disorder si caratterizza per l’ossessione che alcuni uomini hanno per dimensione e/o forma del proprio pene in erezione.
Tali uomini si convincono del fatto che i propri organi genitali siano differenti rispetto agli standard medi, provando scarsa stima in se stessi. Le loro ansie diventano motivo di disagio non soltanto nelle relazioni sessuali, ma anche nei rapporti sociali e professionali, fino ad arrivare, nei casi più gravi, all’isolamento. Soffrono spesso di ansia da prestazione con conseguente timore di confrontarsi con l’altro sesso.
Entrano in gioco una serie di credenze e timori: tra i più comuni la convinzione di non essere in grado di soddisfare il partner ed il paragone costante con chi li ha preceduti.
Capita a diversi uomini di sentirsi afflitti dal confronto con altri, soprattutto in contesti sportivi, come lo spogliatoio.
C’è da sottolineare che la “scomoda” osservazione, d’alto verso il basso, non aiuta ad una veritiera visione del proprio pene: molto utile per una reale visione e percezione, è l’utilizzo dello specchio.
Nel caso della dismorfofobia peniena il ricorso alla chirurgia appare spesso inefficace, dato che non realmente necessario alla funzionalità del pene e non risolutivo di ansie ed angosce che la persona sviluppa.
Tale disturbo presenta cause multifattoriali complesse con la tendenza alla cronicizzazione: per questo è consigliabile un percorso di psicoterapia. L’intervento verte nel far riappropriare l’uomo della sicurezza e stima in se stesso, al fine di migliorare la percezione di alcune parti del proprio corpo e permettere così di riappropriarsi di uno status di “potere” necessario al buon funzionamento intimo e relazionale.